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MARCO INTROINI

EMANUELE PICCARDO

LOS ANGELES

INSTANT LANDSCAPE

GENNAIO -MARZO 2019

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“Los Angeles è architettura istantanea in un paesaggio urbano istantaneo”. Reyner P. Banham

Los Angeles ha sempre affascinato gli europei: la conquista del West, gli artisti della Land- Art degli anni ‘60, Hollywood e anche un certo cinema di avanguardia -da Blade Runner di Ridley Scott a Short Cuts di Robert Altman, da The end of violence di Wim Wenders fino a L.A. Confidential di Curtis Hanson – sono riferimenti che ritornano nell’esperienza del fotografare. Strumenti per instaurare un dialogo “istantaneo” con la metropoli.


Per la prima volta due fotografi italiani, Marco Introini e Emanuele Piccardo, raccontano Los Angeles.

Introini lo fa attraverso il Los Angeles River, un canale artificiale di cemento lungo 70 chilometri che dalla Fernando Valley scorre in direzione ovest-est a ridosso del versante Nord delle Santa Monica Mountains per poi, in prossimità dell' Elyas Park, piegare verso sud ed entrare nella piana di Los Angeles e dirigersi verso l’oceano.

Con una larghezza di 300 metri per quasi tutto il suo percorso entra netto nel paesaggio urbano con continui interventi di regimentazione e ritracciamento dell'originale corso d’acqua. Una lenta costruzione costituita da semplici paratie in sabbia e legno è diventata il tracciato attuale che si interseca con il sistema ferroviario e quello autostradale. La crescita demografica, lo sviluppo urbano e il conseguente aumento dei consumi idrici in anni di precipitazioni scarse hanno portato a un ripensamento della funzione urbana e sociale del fiume.

La ricrescita spontanea della vegetazione e il ripopolamento di alcuni tratti del letto del canale ove il fondo è ciottoli e quindi più permeabile uniti a una maggiore coscienza del ruolo sociale dell'ecologia urbana ha generato la volontà ri-naturalizzazione del fiume coinvolgendo non solo il letto ma anche le sponde, i limitrofi bacini di laminazione e le parti dismesse della ferrovia in modo da ritrovare un ruolo del L.A. River rispetto alla città. Piccardo invece “usa” Los Angeles per attraversarla e comporre sequenze cinematografiche partendo dalla densità iniziale per giungere ad una estrema rarefazione che coincide con il deserto. Li lo spettatore è proiettato, grazie alle immagini dei calanchi di Zabriskie Point, nella scena dell'amore collettivo che il regista Antonioni gira con Daria Halprin e Mark Frechette. In questo modo si crea un flashback che fissa il paesaggio come immutato, come se la troupe di Antonioni l'avesse abbandonato da poco tempo.


I due autori compiono una sorta di viaggio circolare, un loop, tra un sopra -quello di Piccardo che segue il nastro di asfalto che lo porta all’estremo desertico della Death Valley- e un sotto -quello di Introini a molti invisibile, e sovrastato dalle highways che già avevano affascinato altri europei.

Marco Introini: n. 38 fotografie b/n , dimensione quadro (fotografia, passepartout, cornice) 60x40h cm.

Emanuele Piccardo: n.38 fotografie color, dimensione quadro (fotografia, passepartout, cornice) 24x30h cm.

prezzo  su richiesta

catalogo  € 35,00

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